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Mobilità condivisa: a che punto siamo

Quella della mobilità condivisa è ormai da tempo una realtà consolidata per milioni di italiani, soprattutto per coloro che vivono nei grandi centri urbani. Car sharing e car pooling sono entrati di diritto nella quotidianità degli automobilisti dello Stivale, pronti ad approfittare di un’automobile a noleggio orario o, ancora, a condividere la vettura di proprietà con altre persone che effettuano il medesimo tragitto. Un nuovo modo di spostarsi che garantisce innumerevoli vantaggi, sia in termini di riduzione del traffico che di impatto ambientale, ma ancora in piena evoluzione. A che punto siamo, quindi, con la mobilità condivisa?

 

Scopriamo le differenze tra car sharing e car pooling, due modalità di trasporto che tutt’oggi vengono confuse da molti utenti, e le altre novità ben oltre l’universo delle automobili.  

persone in viaggio in auto condivisa

Car sharing: cos'è?

 

Con il termine car sharing - letteralmente “condivisione dell’auto” - si intende un sistema di mobilità urbana ormai presente in gran parte delle grandi città italiane. Il servizio prevede la possibilità di prenotare delle vetture messe a disposizione sul territorio per usarle secondo le proprie necessità, pagando una tariffa oraria o, in alcuni casi, un abbonamento mensile.

 

I servizi di car sharing sono solitamente offerti da privati, previa autorizzazione da parte delle autorità municipali. Tale offerta si distingue in 2 grandi categorie:

  • station based: le vetture vengono rese disponibili in appositi parcheggi o speciali autorimesse - le “stazioni”, appunto - e devono essere quindi lasciate in uno di questi punti di raccolta al termine dell’uso;
  • free floating: le automobili sono disponibili sull’intero territorio comunale e possono essere lasciate in qualsiasi tipologia di parcheggio, purché all’interno dell’area definita dal servizio.

 

Approfittare del car sharing è solitamente molto semplice: basta essere in possesso di uno smartphone. Scaricata l’applicazione del relativo operatore, si potranno visualizzare su mappa i veicoli più vicini alla propria posizione. Scelto il mezzo, sempre tramite l’applicazione, si potranno sbloccare le portiere e avviare il motore.

In genere, il pagamento avviene sempre tramite smartphone sia al termine della corsa, per i car sharing a tariffa oraria oppure a chilometraggio, che anticipatamente con la sottoscrizione di un abbonamento.

 

Di norma, le flotte del car sharing si caratterizzano per la presenza di auto elettriche, che limitano le emissioni nocive e possono, inoltre, accedere alle aree a traffico limitato, ma non mancano le normali soluzioni a benzina oppure a diesel. Su questo fronte, ogni servizio ha regole diverse sul rifornimento e il livello dei serbatoi.

Car pooling: cos'è?

Per car pooling - ovvero “auto in comune” - si intende un sistema di mobilità nato per permettere di condividere una vettura quando gli utenti devono percorrere il medesimo tragitto. In altre parole, diverse persone si mettono d’accordo per trascorrere il viaggio insieme, suddividendo in modo equo i costi necessari per il trasporto.

 

Il funzionamento è abbastanza semplice e, anche in questo caso, si avvale del ricorso a soluzioni digitali, come applicazioni e altri sistemi che permettono di mettere in contatto viaggiatori sulla stessa tratta. In genere, il proprietario della vettura segnala tramite l’app la disponibilità di ospitare altri passeggeri, specificando il luogo di partenza e di arrivo, nonché il percorso che vorrà seguire. Sempre tramite le piattaforme digitali apposite, altre persone possono quindi candidarsi per il passaggio, accettando di contribuire a tutti i costi di viaggio.

 

Molto usato in ambito cittadino per gli spostamenti dei lavoratori, ma anche per organizzare viaggi a lungo chilometraggio, il primo vantaggio del car pooling è la riduzione del traffico stradale, in particolare nelle ore di punta, con un calo dei veicoli su strada magari occupati da una singola persona. Ovviamente, questa modalità ha effetti anche a livello ambientale: meno auto in circolazione significa anche minori emissioni in atmosfera.

persona entra in un'auto condivisa

Poiché si tratta di viaggi organizzati tra privati, le vetture possono essere di qualsiasi tipo: benzina, diesel oppure elettriche. Ancora, alcune piattaforme di car pooling potrebbero richiedere il pagamento di una piccola commissione per compensare i servizi digitali offerti.

scooter da modalità condivisa parcheggiato

Oltre le auto: gli altri servizi in Italia

 

Car sharing e car pooling non sono stati i primi sistemi di mobilità condivisa apparsi sul territorio italiano: spetta alle biciclette il primato di aver avviato nuove modalità di spostamento nelle città della Penisola. Il bike sharing è infatti il primo servizio apparso nei centri urbani dello Stivale e tutt’oggi vede ancora moltissimi appassionati. Anche in questo caso si può approfittare di biciclette in modalità “station based”, quindi da riportare nei punti di raccolta, oppure “free floating”, con la possibilità di lasciare il mezzo in qualsiasi punto raggiunto dal servizio. L’offerta può essere privata oppure municipale, con biciclette di proprietà dello stesso comune.

Il successo su biciclette e auto ha portato molti operatori a investire nel settore della nuova mobilità, proponendo le più svariate alternative. Di recente si sta affermando con vigore lo scooter sharing, pensato per noleggiare a ore oppure a chilometri le due ruote a costi vantaggiosi. Si tratta di solito di motocicli elettrici, molto apprezzati poiché consentono di superare agilmente traffico e ingorghi.

App per sbloccare bici condivisa
monopattini condivisi parcheggiati

Negli ultimi mesi, complice anche la liberalizzazione e le nuove normative sul codice della strada scelte per il rilancio post-covid 19, si sta affermando anche lo sharing di monopattini elettrici. Questi piccoli mezzi, capaci di raggiungere una velocità di circa 15 chilometri orari, rappresentano una grande alternativa alla classica bicicletta e spesso sono ammessi anche nelle aree pedonali, seppur con precise limitazioni.

 

La situazione in Italia

 

Così come accennato in apertura, la mobilità condivisa è sempre più gettonata in Italia: è quanto conferma un recente report dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, promosso dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Infrastrutture, che ha analizzato il tasso di utilizzo di questi servizi fra i cittadini.

Da un rapporto pubblicato nel gennaio del 2020, sono ben 363 le realtà attive su tutto il territorio nazionale, suddivide tra car sharing, bike sharing, scooter sharing, car pooling e molto altro. Sono almeno 5.2 milioni gli italiani iscritti a uno di questi servizi, attivi in oltre 271 comuni. Queste soluzioni sono scelte soprattutto al Nord (57% del complessivo nazionale), seguite dal Sud (30%) e dal Centro (13%).

 

La pandemia da coronavirus ha imposto una brusca frenata allo sharing urbano, soprattutto nella fase di lockdown, con la gran parte dei lavoratori in smart working, ma già si assiste a una ripresa con la riapertura delle principali attività. Lo stesso Governo ha varato una serie di misure per incentivare il ricorso a una mobilità più sostenibile, anche sul fronte dello sharing e dei nuovi mezzi, come il monopattino.

App per ordinare auto condivisa