L'automobile rappresenta un fringe benefit importante tra quelli che l'azienda può offrire ai dipendenti. La normativa in Italia è però relativamente complessa e necessita dei giusti approfondimenti per capire effettivamente di cosa stiamo parlando, di quali possono essere i costi di un'auto aziendale ad uso promiscuo e quali gli effettivi benefit. Anche calcolarne il valore e quanto incide in busta paga sono altri aspetti da valutare con la massima attenzione prima di fare una scelta in materia. In questo approfondimento ci occuperemo di capire quali sono le auto ad uso promiscuo e come trarre vantaggi, in termini di benefit, anche a favore dell'azienda, con uno strumento che permetterà loro di essere maggiormente competitive sul mercato del lavoro per la ricerca dei migliori talenti. L'autovettura aziendale ad uso promiscuo è una vettura che rimane in dotazione al dipendente anche al di fuori dell'orario lavorativo e che dunque non fa parte del pool di auto che fanno capo all'azienda. In questo caso, infatti, il dipendente non avrebbe alcun tipo di diritto ad utilizzarla al di fuori dell'orario di lavoro. Dopo aver capito la differenza con le classiche auto aziendali in pool, possiamo passare agli aspetti tecnicamente, fiscalmente ed economicamente più rilevanti.
È necessario partire da un punto: l'auto aziendale ad uso promiscuo viene considerata, nel nostro ordinamento, parte effettiva della retribuzione del dipendente, anche se indiretta. Si tratta di un fringe benefit a tutti gli effetti e deve essere pertanto tassato. In Italia si applicava, fino a qualche tempo fa, il 30% del costo chilometrico che viene determinato ricorrendo alle tabelle ACI sulla percorrenza convenzionale sui 15.000 km. A partire dal Luglio 2020, invece, viene tassata una percentuale diversa, con un meccanismo che è teso a spingere verso l'adozione di autovetture con un più basso impatto. Abbiamo di conseguenza il 25% se dovessimo optare per auto che hanno emissioni minori di 60g/km, il vecchio 30% per chi invece ha vetture che producono emissioni CO2 fino ai 160g/km, abbiamo il 50% per chi utilizza vetture con emissioni CO2 tra i 160 e i 190g/km e infine il 60% per le autovetture che hanno emissioni superiori ai 190g/km. Si tratta di cifre che rendono, come è ovvio, molto più conveniente scegliere vetture con un basso impatto. Tali costi andrebbero poi confrontati con quelli del rimborso chilometrico in regime di assenza di auto fornita dall'azienda, che in taluni casi potrebbe sicuramente risultare molto più vantaggioso. Questo è quanto per il calcolo del valore dell'auto aziendale come benefit e per sapere quanto incide in busta paga.
Il benefit dell'auto aziendale ad uso promiscuo è sempre più ricercato dai dipendenti, specialmente dai giovani che magari non dispongono ancora di un auto di loro proprietà. Un benefit che va però attentamente calcolato perché, almeno in alcuni casi, potrebbe essere più conveniente per il dipendente ottenere un rimborso chilometrico nel caso in cui fosse già dotato di mezzo proprio.
In aiuto anche per questo tipo di gestione e di calcolo abbiamo una nuova figura professionale, che tra le altre cose è anche imposta per legge per le aziende di una certa dimensione. Parliamo del Fleet Manager o manager della flotta in italiano. Una figura professionale imposta dal 2020 a tutte le aziende che hanno più di 100 dipendenti in comuni di più di 50.000 abitanti. Questa figura ha come impegno principale quello di valutare l'eventuale impatto della flotta aziendale e di diminuirlo ove possibile.
L'auto aziendale ad uso promiscuo è un benefit sempre più frequente, in particolare per dipendenti che hanno ruoli di responsabilità e che possono essere destinatari di ulteriori vantaggi. La decisione va però presa con grande attenzione, dato che abbiamo comunque diverse alternative (anche per chi dovesse optare per il noleggio) e dato che ci sono comunque situazioni che potrebbero far preferire al dipendente un rimborso chilometrico oppure altri tipi di benefit, in particolare in quelle aree del paese che sono ben servite da noleggi di breve termine oppure dai mezzi pubblici.
Farsi aiutare in una decisione del genere è di gran lunga il modo migliore di procedere. Oltre al fleet manager e a chi ha maggiore esperienza del settore, possiamo anche decidere di rivolgerci a degli esperti esterni, che potranno indicare la soluzione ideale anche in base alla dimensione dell’azienda e alle specifiche necessità dei suoi dipendenti, presenti e futuri.
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